Criminali veneti contro zingari contro cinesi contro carabinieri. Una giungla d’asfalto? No, è la “Savana Padana” (editrice zona) nata dalla penna del fondatore di Sugarpulp Matteo Righetto e disponibile in libreria (come sempre: dove non trovate sullo scaffale ordinate e pazientate!!). Perché leggerlo? Perché bastano un paio d’ore e scoprirete che gli eccessi di “Grindhouse” non sono imprescindibili dalle location americane, anzi. La bassa, coi suoi fossi e le sue canicole sahariane, coi suoi popoli stralunati, si presta con voluttà all’inedito trattamento. Un’operazione che non ha niente a che fare con le blandezze di certo Ammaniti o coi “paesi di luce” di Lucarelli: questo è pulp vero, politicamente scorrettissimo, cattivista, violento, esilarante, volgare, fantasioso. Righetto riscrive uno “The Snatch” al ragù di cinghiale, presentando personaggi più zozzi e sboccati di quelli che tormentano il meridione di Ciprì e Maresco, ma scambia l’angoscia di quest’ultimi con una comicità sanguinaria degna della coppia Tarantino-Rodriguez. Momento di culto assoluto: il porcaro Nereo spiega, in dialetto veneto, le qualità antropofaghe dei suoi tre verri di razza inglese. Altro che “Hannibal”, indecisi tra il morire dal ridere e il vomitare rischierete di scoprire un’amara verità. Nessuno scrive così in Italia. Certo il romanzo, per breve che sia, avrebbe richiesto un editing più attento (come alcuni blogger un po’ snob hanno sottolineato fin troppo) ma, a noi, cosa ce ne frega di qualche refuso? Non è che se Bob Dylan stona ci lamentiamo: la canzone è bella lo stesso. Godiamoci, piuttosto, il valore anarchico (e non lo dico in senso politico) di un libricino che cambia le regole. Niente più perbenismi, niente più romanzi studiati a tavolino per appagare le sensibilità arteriosclerotiche di lettori medi che neanche esistono. Si dice: “parla come mangi”. E allora è bello, per una volta, trovare qualcuno che scrive come mangia. E per fortuna mangia pesante. Aspettiamo Matteo alla seconda prova. Leggetelo!
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