martedì 13 aprile 2010

"From Paris with Love": da tutti ma non dai francesi....eppure....

La casa di produzione e distribuzione EuropaCorp, fondata nel 2000 dal regista francese Luc Besson (in co-proprietà con Pierre-Ange Le Pogam) è una delle realtà più vitali del cinema mondiale. Negli anni ci ha regalato titoli popolari, come “Taxi”, “Wasabi” e “The Transporter”, finanziando anche progetti più impegnati, tra cui “Le tre sepolture di Melquiades Estrada”, “The Cove” (documentario premio Oscar) e il prossimo film di Terrence Malick “The Tree of Life”.
Grazie alla visione di Besson, sponsor di un cinema globalizzato e fruibile, la Francia, forte anche dello strapotere di Studio Canal (proprietaria della terza più grande libreria di titoli al mondo, dell’inglese Optimum e della tedesca Kinowelt), è diventata una seconda Hollywood.
Queste sono alcune delle ragioni per cui “From Paris with Love”, commedia d’azione con John Travolta e Jonathan Rhys Meyers in uscita venerdì, è un prodotto tutto da studiare. La critica nostrana lo guarderà col consueto sospetto: accusandolo di idiozia, eccessiva violenza e scorrettezza politica. La verità è tutt’altra: è un action movie ironico e citazionista, nostalgico degli amabili eccessi anni ’80, ideale per accontentare gli spettatori del weekend e ingrassare le tasche di un’industria che, per ogni film d’autore, deve essere in grado di pareggiare i conti con un blockbuster.
John Travolta, che in Italia viene solo per fare la pubblicità, sarà anche ingrassato ma resta un nome carismatico: nella pellicola interpreta Charlie Wax, un agente della C.I.A. sboccato, sballato e ammazzatutti, con la testa rasata a zero, il pizzo e una khefia legata al collo. Arriva a Parigi con il compito di far fuori un’intera organizzazione terroristica (che si finanzia con lo spaccio e la prostituzione) e lo svolge, assai letteralmente, in meno di ventiquattro ore: con un tasso di un morto all’ora, tra cazzotti, pistolettate e lanciamissili. Lo affianca l’aspirante spione James Reese (Myers, direttamente da “I Tudors”) che a Parigi ha trovato l’amore. La situazione volge al peggio quando i due realizzano che la delegazione USA in arrivo nella capitale francese subirà un attentato suicida.
La fidanzata di Reese, Caroline, personaggio dai retroscena insospettabili, è portata sullo schermo da Kasia Smutniak, bella e brava come sempre: un ultimo sberleffo all’orgoglio tricolore, visto che l’attrice e modella polacca (compagna di Pietro Taricone) vive in Italia lavorando poco, soprattutto in fiction mediocri.
Dirige l’enfant prodige del cinema d’azione d’oltralpe Pierre Morel, che l’anno scorso ha raccolto consensi unanimi grazie all’adrenalinico “Io vi troverò”, con lo stagionato Liam Neeson nel ruolo di un Jason Bourne in cerca di vendetta personale. L’anno prossimo Morel sarà a Hollywood per girare una nuova versione del classico di fantascienza “Dune”. Le nozze tra America e Francia proseguono a gonfie vele, con un travaso continuo di talenti da una parte all’altra dell’oceano. Lo Stivale osserva, basito, in disparte.

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